Nelle nuove terre questo grande vitigno a bacca bianca trovò un habitat particolarmente favorevole, tanto che dai terreni vulcanici partenopei, venne poi portato anche nell’entroterra, sulle colline dell’attuale Tufo. Qui, grazie a terreni calcareo argillosi, con altissime quantità di zolfo e altri minerali e all’orografia collinare del territorio, ebbe il suo massimo sviluppo. Con l’avvento dell’Impero Romano, la produzione del Greco di Tufo diviene una vera e propria attività socio-economica. Da allora ha sempre rappresentato una presenza costante nell’economia del territorio. Nel XIX secolo quando fu costruita la prima strada ferrata d’Irpinia, poi chiamata «ferrovia del vino», che collegava i maggiori centri di produzione vinicola delle Colline del Sabato e del Calore direttamente con i maggiori mercati italiani ed europei, Tufo ebbe ben due fermate, una in paese ed una alla vicina Prata di Principato Ultra.