I VITIGNI
DELL'IRPINIA

GRECO DI TUFO

LA STORIA

Quando nell’VIII secolo a.C. i greci, sbarcarono sulle spiagge partenopee, portarono le preziose barbatelle dei loro vini.

Nelle nuove terre questo grande vitigno a bacca bianca trovò un habitat particolarmente favorevole, tanto che dai terreni vulcanici partenopei, venne poi portato anche nell’entroterra, sulle colline dell’attuale Tufo. Qui, grazie a terreni calcareo argillosi, con altissime quantità di zolfo e altri minerali e all’orografia collinare del territorio, ebbe il suo massimo sviluppo. Con l’avvento dell’Impero Romano, la produzione del Greco di Tufo diviene una vera e propria attività socio-economica. Da allora ha sempre rappresentato una presenza costante nell’economia del territorio. Nel XIX secolo quando fu costruita la prima strada ferrata d’Irpinia, poi chiamata «ferrovia del vino», che collegava i maggiori centri di produzione vinicola delle Colline del Sabato e del Calore direttamente con i maggiori mercati italiani ed europei, Tufo ebbe ben due fermate, una in paese ed una alla vicina Prata di Principato Ultra.

IL VITIGNO

Il Greco è un vitigno a bacca bianca che prospera bene nei suoli ricchi di componenti calcaree argillose e minerali.

Alla fioritura ha un germoglio con apice globoloso e cotonoso, di colore verde, tendente al bianco con bordi giallastri. La foglia è orbicolare di media grandezza, quasi sempre trilobata, a volte pentalobata, con pagina superiore glabra con nervature verdi e pagina inferiore a fiocchetti di peli con nervature verde giallo, a volte con sfumature di rosa.

I denti laterali sono convessi o piano-convessi, a base larga, poco pronunciati, irregolari e mucronati. Il grappolo è medio o piccolo di forma cilindrica tendente al conico, in genere alato, con un’ala molto pronunciata che il più delle volte genera un doppio grappolo. L’acino è medio piccolo, irregolare, quasi sferico con una buccia pruinosa grigio giallastra, che nella parte rivolta al sole diventa grigio ambrata. Il succo è incolore, ma la polpa è succosa anche se ha un sapore molto neutro.

scheda ampellografica del registro nazionale delle varietà di vite, a cura del Mipaaf

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I VITIGNI
DELL’IRPINIA

GRECO DI TUFO

GRECO DI TUFO

LA STORIA

Quando nell’VIII secolo a.C. i greci, sbarcarono sulle spiagge partenopee, portarono le preziose barbatelle dei loro vini.

Nelle nuove terre questo grande vitigno a bacca bianca trovò un habitat particolarmente favorevole, tanto che dai terreni vulcanici partenopei, venne poi portato anche nell’entroterra, sulle colline dell’attuale Tufo. Qui, grazie a terreni calcareo argillosi, con altissime quantità di zolfo e altri minerali e all’orografia collinare del territorio, ebbe il suo massimo sviluppo. Con l’avvento dell’Impero Romano, la produzione del Greco di Tufo diviene una vera e propria attività socio-economica. Da allora ha sempre rappresentato una presenza costante nell’economia del territorio. Nel XIX secolo quando fu costruita la prima strada ferrata d’Irpinia, poi chiamata «ferrovia del vino», che collegava i maggiori centri di produzione vinicola delle Colline del Sabato e del Calore direttamente con i maggiori mercati italiani ed europei, Tufo ebbe ben due fermate, una in paese ed una alla vicina Prata di Principato Ultra.

IL
VITIGNO

Il Greco è un vitigno a bacca bianca che prospera bene nei suoli ricchi di componenti calcaree argillose e minerali.

Alla fioritura ha un germoglio con apice globoloso e cotonoso, di colore verde, tendente al bianco con bordi giallastri. La foglia è orbicolare di media grandezza, quasi sempre trilobata, a volte pentalobata, con pagina superiore glabra con nervature verdi e pagina inferiore a fiocchetti di peli con nervature verde giallo, a volte con sfumature di rosa.

I denti laterali sono convessi o piano-convessi, a base larga, poco pronunciati, irregolari e mucronati. Il grappolo è medio o piccolo di forma cilindrica tendente al conico, in genere alato, con un’ala molto pronunciata che il più delle volte genera un doppio grappolo. L’acino è medio piccolo, irregolare, quasi sferico con una buccia pruinosa grigio giallastra, che nella parte rivolta al sole diventa grigio ambrata. Il succo è incolore, ma la polpa è succosa anche se ha un sapore molto neutro.

Scarica la scheda ampellografica del registro nazionale delle varietà di vite, a cura del Mipaaf