FIANO
DI
AVELLINO

TERROIR

La Zona di Produzione del Vino DOCG Fiano di Avellino, estesa complessivamente per 245.5 km2, comprende i territori dei comuni di Avellino, Lapio, Atripalda, Cesinali, Aiello del Sabato, S. Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Parolise, S. Potito Ultra, Candida, Manocalzati, Pratola Serra, Montefredane, Grottolella, Capriglia Irpina, S. Angelo a Scala, Summonte, Mercogliano, Forino, Contrada, Monteforte Irpino, Ospedaletto D'Alpinolo, Montefalcione, Santa Lucia di Serino e San Michele di Serino.

L’area, ricadente in parte all’interno del Parco regionale del Partenio, è costituita dalla piana di Serino e da una estesa fascia collinare di altitudine compresa tra 300 e 600 metri s.l.m., limitata ad ovest dal gruppo montuoso del Partenio e ad est dal gruppo Terminio-Tuoro. Il clima generale dell’area, tipicamente mediterraneo, è localmente influenzato dalla orografia collinare e dalla presenza di numerosi boschi che attenuano i picchi di temperatura soprattutto durante il periodo estivo. Gli inverni sono rigidi, con precipitazioni nevose che imbiancano le montagne e le colline della zona, mentre i periodi estivi si registrano molto asciutti, con escursioni termiche molto accentuate.

Il paesaggio dominante è quello della media (300 – 500 m s.l.m.) ed alta collina (500 – 700 m s.l.m.) che, rispettivamente, rappresentano il 51 e il 23% dell’intera area DOCG Fiano di Avellino. La rimanente porzione di territorio è distribuita tra la bassa montagna (700 – 1000 m s.l.m.; 15%), l’alta montagna (1000 – 1577 m s.l.m., 7%) e la bassa collina (235 – 300 m s.l.m., 4%). La geologia dell’area è nettamente dominata da litologie calcaree e calcareo-marnose, su cui poggiano in discordanza depositi quaternari di origine prevalentemente vulcanica ed alluvionale. Tra i depositi vulcanici, quelli ignimbritici si ritrovano principalmente nei fondivalle, associati ai depositi dei principali corsi d’acqua, mentre quelli da caduta si rinvengono anche, in lembi, sui rilievi. I suoli prevalenti sono Verisuoli (Eutric, Pellic e Calcic Vertisols), profondi, a tessitura fine e Cambisuoli (Calcari-Vertic Cambisols), a tessitura fine o moderatamente fine. È altresì possibile la presenza di Calcisuoli (Haplic Calcisols), a tessitura moderatamente fine, e di Andosuoli (Molli-Vitric Andosols e Luvi-Vitriv Andosils), su depositi da caduta di ceneri e pomici, a tessitura moderatamente grossolana. Le pendenze delle superfici vitate variano prevalentemente da moderate (5-13%), a rilevanti (13-20%) a forte (20-35%), con una dominanza delle pendenze rilevanti (40% della superficie vitata dell’area). Le esposizioni sono sostanzialmente distribuite tra le diverse direzioni. Il bioclima della superficie vitata, che espresso attraverso l’Indice di Winkler, oscilla tra 908 e 2136, con una media di 1836, è particolarmente favorevole alla produzione di vini di pregio. Un impatto rilevante sulla qualità delle uve e dei vini che ne derivano è esercitato dalle escursioni termiche estive, che caratterizzano il territorio collinare di produzione del Fiano.

VINIFICAZIONE

La raccolta delle uve Fiano di Avellino avviene in genere tra la terza decade di settembre e la seconda decade di ottobre. È una varietà molto versatile, con polpa croccante e buccia spessa, che cede poche sostanze fenoliche. Questo consente una pluralità di approcci alla vinificazione, dalle buone performance in spumantizzazione alla più classica vinificazione tradizionale, che lascia emergere le particolari doti di longevità proprie del vitigno, valorizzate nella tipologia “riserva”, che prevede almeno 12 mesi di invecchiamento.

È considerato il più elegante dei vini bianchi del sud, il suo processo di elaborazione avviene prevalentemente in acciaio, a temperatura controllata, al fine di preservare i profumi floreali e freschi del vitigno; talvolta si fa ricorso all’affinamento in legno per ottenere vini più strutturati e complessi.

SI PRODUCONO 2 VERSIONI:

• Fiano di Avellino DOCG

• Fiano di Avellino DOCG “riserva”
con un periodo minimo di invecchiamento di 12 mesi


DATI DI PRODUZIONE

ABBINAMENTI

L’estroverso Fiano di Avellino col tempo acquista una piacevolissima sapidità, spessore e morbidezza, stemperando il suo iniziale, acerbo, carattere erbaceo. Dotato di estrema luminosità, durante la sua vita, si tinge di varie tonalità di giallo, dagli iniziali riflessi verdolini fino alla splendida veste dorata che indossa per la maturità. I profumi, sempre accattivanti, arrivano con immediatezza, avviluppandosi con intriganti note floreali e fruttate; non mancano accenti minerali e, proseguendo il cammino, anche rimandi speziati come lo zafferano o gli idrocarburi. Al gusto danza tra acidità e sapidità, entrambe in dialogo con la morbidezza ad evidenziare caratteri di delicata eleganza e finezza. In gioventù, per la sua freschezza, diventa il compagno ideale di piatti dalla spiccata tendenza dolce: spaghetti con le alici, pesce al forno con letto di patate; in presenza di una maggiore gradazione alcolica, che accentua la sensazione pseudo calorica, si può abbinare con le succulente zuppe di pesce. Per la sua piacevole acidità si abbina molto bene con la mozzarella di bufala campana, meglio se meno salata, e quindi con alcune pizze e calzoni. Con la tipologia riserva o di qualche annata ancora precedente, per la maggiore sapidità, si abbina perfettamente con la frittura di pesce, pizze fritte e mozzarella in carrozza. Nel caso di passaggio in legno, che regala maggiore morbidezza e struttura, si potrebbero consumare matrimoni organolettici più ricchi e saporiti in grado di reggere anche una percettibile tendenza acida e/o amarognola. Descrizione di "Annito Abate, Delegato AIS Avellino"

RICONOSCIMENTI

SCARICA IL DISCIPLINARE

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AVELLINO

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La Zona di Produzione del Vino DOCG Fiano di Avellino, estesa complessivamente per 245.5 km2, comprende i territori dei comuni di Avellino, Lapio, Atripalda, Cesinali, Aiello del Sabato, S. Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Parolise, S. Potito Ultra, Candida, Manocalzati, Pratola Serra, Montefredane, Grottolella, Capriglia Irpina, S. Angelo a Scala, Summonte, Mercogliano, Forino, Contrada, Monteforte Irpino, Ospedaletto D'Alpinolo, Montefalcione, Santa Lucia di Serino e San Michele di Serino.

L’area, ricadente in parte all’interno del Parco regionale del Partenio, è costituita dalla piana di Serino e da una estesa fascia collinare di altitudine compresa tra 300 e 600 metri s.l.m., limitata ad ovest dal gruppo montuoso del Partenio e ad est dal gruppo Terminio-Tuoro. Il clima generale dell’area, tipicamente mediterraneo, è localmente influenzato dalla orografia collinare e dalla presenza di numerosi boschi che attenuano i picchi di temperatura soprattutto durante il periodo estivo. Gli inverni sono rigidi, con precipitazioni nevose che imbiancano le montagne e le colline della zona, mentre i periodi estivi si registrano molto asciutti, con escursioni termiche molto accentuate. Il paesaggio dominante è quello della media (300 – 500 m s.l.m.) ed alta collina (500 – 700 m s.l.m.) che, rispettivamente, rappresentano il 51 e il 23% dell’intera area DOCG Fiano di Avellino. La rimanente porzione di territorio è distribuita tra la bassa montagna (700 – 1000 m s.l.m.; 15%), l’alta montagna (1000 – 1577 m s.l.m., 7%) e la bassa collina (235 – 300 m s.l.m., 4%). La geologia dell’area è nettamente dominata da litologie calcaree e calcareo-marnose, su cui poggiano in discordanza depositi quaternari di origine prevalentemente vulcanica ed alluvionale. Tra i depositi vulcanici, quelli ignimbritici si ritrovano principalmente nei fondivalle, associati ai depositi dei principali corsi d’acqua, mentre quelli da caduta si rinvengono anche, in lembi, sui rilievi. I suoli prevalenti sono Verisuoli (Eutric, Pellic e Calcic Vertisols), profondi, a tessitura fine e Cambisuoli (Calcari-Vertic Cambisols), a tessitura fine o moderatamente fine. È altresì possibile la presenza di Calcisuoli (Haplic Calcisols), a tessitura moderatamente fine, e di Andosuoli (Molli-Vitric Andosols e Luvi-Vitriv Andosils), su depositi da caduta di ceneri e pomici, a tessitura moderatamente grossolana. Le pendenze delle superfici vitate variano prevalentemente da moderate (5-13%), a rilevanti (13-20%) a forte (20-35%), con una dominanza delle pendenze rilevanti (40% della superficie vitata dell’area). Le esposizioni sono sostanzialmente distribuite tra le diverse direzioni. Il bioclima della superficie vitata, che espresso attraverso l’Indice di Winkler, oscilla tra 908 e 2136, con una media di 1836, è particolarmente favorevole alla produzione di vini di pregio. Un impatto rilevante sulla qualità delle uve e dei vini che ne derivano è esercitato dalle escursioni termiche estive, che caratterizzano il territorio collinare di produzione del Fiano.

VINIFICAZIONE

La raccolta delle uve Fiano di Avellino avviene in genere tra la terza decade di settembre e la seconda decade di ottobre. È una varietà molto versatile, con polpa croccante e buccia spessa, che cede poche sostanze fenoliche. Questo consente una pluralità di approcci alla vinificazione, dalle buone performance in spumantizzazione alla più classica vinificazione tradizionale, che lascia emergere le particolari doti di longevità proprie del vitigno, valorizzate nella tipologia “riserva”, che prevede almeno 12 mesi di invecchiamento.

È considerato il più elegante dei vini bianchi del sud, il suo processo di elaborazione avviene prevalentemente in acciaio, a temperatura controllata, al fine di preservare i profumi floreali e freschi del vitigno; talvolta si fa ricorso all’affinamento in legno per ottenere vini più strutturati e complessi.

Si producono 2 versioni:

• Fiano di Avellino DOCG

• Fiano di Avellino DOCG “riserva”
con un periodo minimo di invecchiamento di 12 mesi


DATI DI PRODUZIONE

ABBINAMENTI

ABBINAMENTI

L’estroverso Fiano di Avellino col tempo acquista una piacevolissima sapidità, spessore e morbidezza, stemperando il suo iniziale, acerbo, carattere erbaceo. Dotato di estrema luminosità, durante la sua vita, si tinge di varie tonalità di giallo, dagli iniziali riflessi verdolini fino alla splendida veste dorata che indossa per la maturità. I profumi, sempre accattivanti, arrivano con immediatezza, avviluppandosi con intriganti note floreali e fruttate; non mancano accenti minerali e, proseguendo il cammino, anche rimandi speziati come lo zafferano o gli idrocarburi. Al gusto danza tra acidità e sapidità, entrambe in dialogo con la morbidezza ad evidenziare caratteri di delicata eleganza e finezza. In gioventù, per la sua freschezza, diventa il compagno ideale di piatti dalla spiccata tendenza dolce: spaghetti con le alici, pesce al forno con letto di patate; in presenza di una maggiore gradazione alcolica, che accentua la sensazione pseudo calorica, si può abbinare con le succulente zuppe di pesce. Per la sua piacevole acidità si abbina molto bene con la mozzarella di bufala campana, meglio se meno salata, e quindi con alcune pizze e calzoni. Con la tipologia riserva o di qualche annata ancora precedente, per la maggiore sapidità, si abbina perfettamente con la frittura di pesce, pizze fritte e mozzarella in carrozza. Nel caso di passaggio in legno, che regala maggiore morbidezza e struttura, si potrebbero consumare matrimoni organolettici più ricchi e saporiti in grado di reggere anche una percettibile tendenza acida e/o amarognola.
Descrizione di "Annito Abate, Delegato AIS Avellino"

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