I VITIGNI
DELL'IRPINIA

FIANO DI AVELLINO

LA STORIA

Vitigno bianco di origine antichissima, dovrebbe essere stato portato nella nostra penisola, dai greci, intorno al VII secolo a.C.

Altre fonti attribuiscono l’arrivo di questa vite con la migrazione forzata imposta dai romani ai liguri apuani dopo la sconfitta subita da questi ultimi nella seconda guerra punica. Lo stesso nome potrebbe essere derivato dagli apuani, o essere dovuto alla locuzione uve apiane, derivate da Vitis Apicia a indicare l’area agricola «Apia», l’odierna Lapio. Altri ancora ritengono che la parola «Apiano» possa derivare da «Api», tenendo conto della facilità con cui le api, attaccano il grappolo. Da qui nel tempo diviene Apiana, poi Afianae infine Fiano. A prescindere dalla sua origine, quasi sicuramente, la sua coltivazione ha avuto un forte impulso a partire dalla “Romanizzazione” dell’Italia meridionale, in seguito alla seconda guerra punica. Piaceva a Federico II di Svevia e a Carlo D’angiò. Ha avuto il suo exploit, come gli altri vini Irpini, nel 1800 e, grazie alla Regia Scuola di Viticoltura ed enologia di Avellino, alla fine del secolo, ha avuto un metodo di vinificazione proprio, per allineare la qualità del prodotto alle richieste commerciali.

IL VITIGNO

Il Fiano è un vitigno a frutto bianco, da sempre coltivato in Irpinia.

È un vitigno che si adatta a differenti tipologie di suolo, è vigoroso e fertile, ma ha rese basse. Si presenta con un apice espanso e cotonoso con delle leggerissime sfumature rosa, le foglie sono orbicolari a grandezza media e possono essere tri o pentalobate, con lobi appena accennati, hanno la pagina superiore glabra, con nervature sulla pagina inferiore di color verde chiaro e sulla pagina superiore di colore verde più intenso.

I denti laterali sono poco pronunziati e irregolari con margine convesso e piano-convesso, a base larga. Il grappolo può essere piccolo o medio a forma piramidale di colore verde. L’acino è di dimensioni medie, con forma ellissoidale e, a piena maturazione, ha un colore giallo dorato con sfumature ambracee nella parte rivolta verso il sole. In bocca è dolce ed ha una polpa leggermente croccante.

scheda ampellografica del registro nazionale delle varietà di vite, a cura del Mipaaf

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I VITIGNI
DELL’IRPINIA

FIANO DI AVELLINO

FIANO DI AVELLINO

LA STORIA

Vitigno bianco di origine antichissima, dovrebbe essere stato portato nella nostra penisola, dai greci, intorno al VII secolo a.C.

Altre fonti attribuiscono l’arrivo di questa vite con la migrazione forzata imposta dai romani ai liguri apuani dopo la sconfitta subita da questi ultimi nella seconda guerra punica. Lo stesso nome potrebbe essere derivato dagli apuani, o essere dovuto alla locuzione uve apiane, derivate da Vitis Apicia a indicare l’area agricola «Apia», l’odierna Lapio. Altri ancora ritengono che la parola «Apiano» possa derivare da «Api», tenendo conto della facilità con cui le api, attaccano il grappolo. Da qui nel tempo diviene Apiana, poi Afianae infine Fiano. A prescindere dalla sua origine, quasi sicuramente, la sua coltivazione ha avuto un forte impulso a partire dalla “Romanizzazione” dell’Italia meridionale, in seguito alla seconda guerra punica. Piaceva a Federico II di Svevia e a Carlo D’angiò. Ha avuto il suo exploit, come gli altri vini Irpini, nel 1800 e, grazie alla Regia Scuola di Viticoltura ed enologia di Avellino, alla fine del secolo, ha avuto un metodo di vinificazione proprio, per allineare la qualità del prodotto alle richieste commerciali.

IL
VITIGNO

Il Fiano è un vitigno a frutto bianco, da sempre coltivato in Irpinia.

È un vitigno che si adatta a differenti tipologie di suolo, è vigoroso e fertile, ma ha rese basse. Si presenta con un apice espanso e cotonoso con delle leggerissime sfumature rosa, le foglie sono orbicolari a grandezza media e possono essere tri o pentalobate, con lobi appena accennati, hanno la pagina superiore glabra, con nervature sulla pagina inferiore di color verde chiaro e sulla pagina superiore di colore verde più intenso.

I denti laterali sono poco pronunziati e irregolari con margine convesso e piano-convesso, a base larga. Il grappolo può essere piccolo o medio a forma piramidale di colore verde. L’acino è di dimensioni medie, con forma ellissoidale e, a piena maturazione, ha un colore giallo dorato con sfumature ambracee nella parte rivolta verso il sole. In bocca è dolce ed ha una polpa leggermente croccante.

Scarica la scheda ampellografica del registro nazionale delle varietà di vite, a cura del Mipaaf