Ciak Irpinia è lo spaccato annuale sullo stato dell’arte della produzione enologica in provincia di Avellino, organizzato dal Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia. Causa Covid l’appuntamento è stato riprogrammato dal 1 al 3 dicembre, in una versione più ristretta rispetto alle precedenti edizioni. La manifestazione si è svolta in tre giornate, una per ogni denominazione: Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Taurasi.

Oltre ai press tour dedicati esclusivamente ai giornalisti internazionali a cura di Chiara Giorleo, in via del tutto inedita, sono stati organizzati dei wine tour nelle realtà territoriali più rappresentative dei bianchi d'Irpinia e questo è stato possibile grazie alla collaborazione e alla disponibilità di realtà istituzionali come il Comune di Lapio e del Comune di Tufo, che hanno inoltre fornito la sede per le degustazioni, in questo modo è stato possibile fornire alla stampa un vero e proprio assaggio del territorio a 360 gradi. La cooperazione non è soltanto quella nata tra le istituzioni avellinesi, ma è la parola-chiave di quest’anno in cui Ciak Irpinia 2021 è stato inserito nella cornice di #campania.wine, una serie di eventi promozionali del vino dal respiro europeo, svoltasi in diverse località della Campania tra il 1 e il 6 dicembre e che ha visto la partecipazione del il Consorzio Tutela Vini d'Irpinia in collaborazione con gli altri Consorzi campani, come quello del Sannio, del Vesuvio, di Salerno e di Caserta.

Dal punto di vista della stampa internazionale, proverbiale è stata la collaborazione con Chiara Giorleo, critica enogastronomica e docente certificata Wset, che ha condotto la stampa internazionale sia nella visita dei vigneti che nelle degustazioni tecniche per ciascuna denominazione, inclusa la verticale di Taurasi su ben 10 annate, degustazione condotta da Luciano Pignataro, insieme al Presidente del Consorzio Tutela Vini d'Irpinia Stefano di Marzo e l’enologo Massimo Di Rienzo Vice Presidente Assoenologi della Campania.

I giornalisti della stampa estera scelti per raccontare le nostre eccellenze enologiche sono stati Michael Wising dalla Svezia, titolare di una piccola agenzia di importazione ma soprattutto fondatore del portale “Goda Italien” principalmente dedicato al buon vivere italiano e di un’agenzia di comunicazione a supporto di importatori svedesi e danesi. Sue Tolson, inglese trapiantata a Budapest dove lavora come docente anche per Wset ed è giudice strutturata per il Parlamento e il Ministero Affari Esteri ungheresi. È anche titolare di due portali di cui uno totalmente dedicato al vino italiano:

inoltre collabora con VinCe, una delle principali pagine nazionali, per la quale scrive soprattutto di vini italiani. Vicent Escamilla, caporedattore della storica rivista spagnola “La Semana Vitivinícola”, tra l’altro specializzata in statistiche e quindi riferimento governativo in questo ambito nonché partner del “Corriere Vinicolo”. Alma Torretta, siciliana di base in Belgio, dove è referente e docente con specializzazione sui vini italiani per ONAV Bruxelles, l’Istituto per il Commercio Estero e l’Istituto Italiano di Cultura, oltre che giornalista professionista. Sławomir Sochaj: giudice nei maggiori concorsi internazionali, come gli altri e referente delle due più importanti riviste di vino in Polonia: quella cartacea “Ferment” e “Winicjatywa”.

In generale, secondo le parole della stessa Giorleo, il Greco di Tufo ha colpito ancora la stampa estera, che ha apprezzato la sua esuberanza, trovando ben gestita e integrata l’acidità, arricchito da una mutevole mineralità e da una moltitudine di espressioni che si evolvono nel tempo.

Il Fiano di Avellino ha richiesto maggiore attenzione prima di essere percepito nel suo potenziale. Ha aiutato, ancora più che per il Greco di Tufo, spaziare tra tre annate: 2020, 2019, 2018. Solo grazie alle espressioni più mature è stato identificato da qualcuno come “vino di classe”, ma sicuramente più difficile da interpretare. Senz’altro questo conferma che il percorso del Consorzio Tutela Vini d’Irpinia per l’ottenimento del riconoscimento della sua versione Riserva (leggi qui l’aggiornamento sul disciplinare, link interno blog) potrà essere d’aiuto per veicolarne il potenziale reale.

La verticale del Taurasi ha chiuso il ciclo di degustazioni di Ciak Irpinia. Da una prima analisi del sentiment, la stampa estera ha riscontrato un innalzamento della qualità media, anche in riferimento alla gestione delle annate difficili. Pochi Taurasi sono rimasti fuori da uno schema qualitativo oggettivamente apprezzabile a prescindere dallo stile interpretativo, magari a causa di un uso meno oculato dei legni o un approccio più rustico. In generale, i vini sono stati valutati come eccellenti per il rapporto qualità-prezzo ma non ancora abbastanza conosciuti per quanto realmente possono regalare in termini di personalità e potenziale di invecchiamento reale.

Infine, l’ultimo giorno della manifestazione ha visto tra i protagonisti i ragazzi e i docenti dell’Istituto Alberghiero Manlio Rossi Doria, dove si è tenuto il Wine talk e, a seguire, la cena conclusiva di Ciak Irpinia 2021.